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Caratteristiche prodotto

Caratteristiche prodotto

Le caratteristiche tecniche

E’ la misura della quantità d’acqua assorbita dalla piastrella completamente immersa in acqua, portata ad ebolizione per 2 ore e raffredata in maniera naturale per le successive 24 ore. Dal momento che tale assorbimento avviene attraverso i pori del materiale che sono in comunicazione con la superficie esterna, fornisce quindi una indicazione immediata della struttura del materiale. Porosità inferiore allo 0,1% è sinonimo di grande compattezza, elevatissima resistenza meccanica, facile pilibilità ed assoluta resistenza al gelo del materiale.

Corrisponde alla massima tensione che un provino del materiale stesso, sottoposto ad una crescente sollecitazione e con procedure definite, può sopportare prima di rompersi. Più alta è la compattezza e più basso è l’assorbimento d’acqua, maggiore sarà il valore richiesto per arrivare alla rottura della piastrella. É importante sottolineare che il carico di rottura della singola piastrella, misurato secondo   la norma EN ISO 10545/4 è generalmente assai inferiore alla reale capacità di carico della stessa piastrella in esercizio, una volta inserita nel pavimento. Si può dimostrare, mediante calcoli e modelli matematici, che la capacità di carico della piastrella posata è superiore anche di alcune decine di volte, al carico che provoca la rottura, durante la prova di resistenza alla flessione in laboratorio, della piastrella singola svincolata dal piano di posa. Questa conclusione è peraltro intuitiva, tenendo conto della collaborazione alla resistenza alle sollecitazioni meccaniche, che la piastrella riceve dagli strati (struttura portante) ad essa stabilmente collegati.

I valori riportati indicano la classe di appartenenza dei singoli articoli secondo la norma UNI EN ISO 10545/6, che determina la resistenza all’abrasione della superficie esclusivamente secondo il metodo PEI. La classificazione prevede cinque classi, che vanno dalla V, la più resistente, alla I, la meno resistente.

L’attacco chimico per le superfici smaltate è eseguito con soluzioni normalizzate di acido cloridico e di idrossido di potassio per la durata di 4 gironi; additivi per piscina, acido citrico e cloruro di ammonio per la durata di 24 ore. A seguire viene effettuata la prova della matita. Terminato il test la classificazione prevede 3 classi di cui la GA indica l’assoluta inattaccabilità, e le classi GB e GC indicano attacabilità sempre più evidenti. L’attacco chimico per i prodotti non smaltati è eseguito per immersione e per la durata di 12 giorni in soluzioni normalizzate di: prodotti chimici di uso domestico, additivi per piscina; soluzioni in acido cloridrico, lattico, citrico e idrossido di potassio. Anche in questo caso la classificazione prevede 3 classi di cui la UA indica l’assoluta inattaccabilità, e le classi UB e UC indicano attacabilità sempre più evidenti.

Il metodo di prova prevede l’applicazione di sostanze macchianti (ossido di cromo, ossido di ferro tintura di iodio, olio d’oliva) e la successiva pulizia in sequenza con detergenti normalizzati via via più efficaci (acqua cada a 55 °C, detersivo non abrasivo, detersivo con abrasivo, solventi). Eseguito il test la classificazione prevede cinque classi, che vanno dalla 5, la più facile da pulire, alla 2, la più diffilcotosa. La classe 1 indica che la macchia non è stata tolta.

Sbalzi termici sono le brusche e repentine variazioni di temperatura che sulle piastrelle che rivestono pavimenti e pareti possono verificarsi per contatto, causale o intenzionale, con corpi caldi o freddi (ad esempio, per caduta di un liquido bollente, per pulizia con macchine a vapore, oppure nel caso di pavimenti o rivestimenti esterni, per improvvise variazioni meteorologiche, ecc.). La resistenza agli sbalzi termici è la caratteristica pe la quale le piastrelle sono in grado di sopportare tali eventi senza danneggiarsi. Il procedimento (specificato nella norma EN ISO 10545/9) consiste ne fare subire alle piastrelle di prova 10 cicli termici tra 15 °C e 145 °C. Dopo 5 minuti a bassa temperatura, i campioni devono essere collocati in stufa a 145 °C per circa 20 minuti e quindi riportati alle condizioni di bassa temperatura. Al termine dei 10 cicli previsti, icampioni vengono esaminati visivamente per individuare eventuali difetti.

É il parametro utilizzato per caratterizzare la scivolosità di una superficie. Tanto è più alto il coefficiente di attrito tanto minore è la scivolosità. Nel caso dei pavimenti appare evidente come la scivolosità sia legata alla sicurezza della deambulazione, soprattutto per le piastrelle destinate a pavimenti di particolari ambienti esterni, pubblici ed industriali. Per quanto concerne la natura delle superfici, è logico che il coefficiente di attrito è tanto più basso quanto più la superficie è liscia per diventare più elevato in presenza di superfici scabre e rugose. Va rilevato che quest’ultime superfici che rendono ottimali le condizioni di sicuirezza inrelazione alla prevenzione dello scivolamento, sono tali da rendere invece maggiormente difficoltose le operazioni di pulizia. É un fatto importante, del quale occorre tenere conto in fase di scelta del materiale da pavimento. Attualmente i metodi più utilizzati per la determinazione del grado di scivolosità nelle pavimentazioni sono sostanzialmente 3:

  • Metodo inglese BCR tortus
  • Metodo tedesco DIN 51130 (con calzature); DIN 51097 (a piedi nudi)
  • Metodo americano ASTM C 1028

La legislazione italiana riconosce il metodo BCR tortus per valutare la scivolosità dei pavimenti sottoposti ai vincoli di sicurezza imposti da D.M. N° 236 del 14.06.89 in materia di abbattimento delle barriere architettoniche per portatori di handicap.

BCR tortus: Metodo di derivazione inglese che misura il coefficiente di attrito mediante un dispositivo mobile portatile; dotato di un motore elettrico si muove a velocità costante sulla superficie delle piastrelle da provare. Si determina il coefficiente d’attrito che si esercita fra la piastrella e l’elemento scivolante di contatto, rivestito dia di cuoio che gomma standardizzati, in condizioni di asciutto e poi di bagnato. Questo metodo può essere impiegato sia in laboratorio che sul campo. I risultati vengono valutati secondo la seguente classificazione:

inferiore a0,19scivolosità pericolosa
da0,20 a 0,39scivolosità eccessiva
da0,40 a 0,74attrito soddisfacente
superiore a0,75attrito eccellente

DIN 51130 / DIN 51097: Il metodo è quello del piano inclinato, dove una persona cammina avanti e indietro su una piattaforma rivestita di piastrelle ceramiche. L’inclinazione dell’area di prova viene aumentata con velocità costante fino all’angolo in cui la persona mostra insicurezza nella deambulazione (cioè inizia a scivolare). A questo punto si interrompe la prova e si registra l’angolo d’inclinazione della piattaforma a cui corrisponde una classificazione (R per pavimenti asciutti, A per pavimenti bagnati). La prova viene effettuata indossando calzature normalizzate e applicando sulle piastrelle in esame, olio con caratteristiche standard in un caso, e nell’altro con piedi scalzi su pavimenti ceramici in presenza di acqua. Questa prova può essere effettuata solo in laboratorio e non sul campo. I risultati vengono valutati secondo lo schema sotto riportato:

DIN 51130 (scarpe+olio)DIN 51097 (piedi nudi+acqua)
da 6° fino a 10°R 9< 12°0
oltre 10° fino a 19°R 10da 12° a 17,9°A
oltre 19° fino a 27°R 11da 18° a 23,9°B
oltre 27° fino a 35°R 12oltre 23,9°C
oltre 35°R 13
R 9Zone d’ingresso e scale con accesso dall’esterno; ristoranti e mense; negozi, ambulatori, ospedali, scuole.
R 10Bagni e doccie comuni; piccole cucine di esercizi per la ristorazione; garage sotterranei.
R 11Ambienti per la produzione di generi alimentari; medie cucine di esercizi per la ristorazione; con volumi al di sotto di 100 coperti; ambienti di lavoro con forte presenza di acqua e fanghiglia; lavanderie, laboratori, hangar.
R 12Ambienti per la produzione di alimentari ricchi in grassi, come: formaggi, burro, olii, gelati, salumi: grandi cucine di esercizi per la ristorazione con volumi superiori ai 100 coperti, reparti industriali con impiego di sostanze scivolose: vernici, fanghi, colle liquide; parcheggi di auto.
R 13Ambienti con grosse quantità di grassi; lavorazioni della carne, del pesce e delle verdure; concerie. Per indicazioni più precise e dettagliate si rimanda all’opuscolo informativo edito dal comitato tecnico tedesco per la prevenzione degli infortuni e medicina del lavoro: Alte Heerstrasse 111, 53754, ST. AUGUSTIN Comitato tecnico “struttura edilizia” pavimenti n° ordine: ZH 1/571 edizione luglio 93.

ASTM C 1028: Questo metodo di derivazione statunitense, misura il coefficiente di attrito statico mediante un dinamometro, che determina la forza necessaria ad iniziare il movimento tra l’elemento scivolante (rivestito in gomma standardizzata) e la superficie della piastrella, sia in condizioni asciutte che bagnate. Anche questo metodo può essere sia in laboratorio che sul campo. Il risultato è valutato secondo la seguente classificazione:

Inferiore a0,50attrito insufficiente
da0,50 a 0,60attrito sufficiente
superiore a0,60attrito eccellente

Dimensione di una piastrella prefissata e alla quale la dimensione reale si deve avvicinare entro limiti ammessi di tolleranza.

Dimensione reale del contenuto nella scatola, chiaramente specificato sulla stessa nonché nei documenti di vendita.

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